lunedì 25 febbraio 2013

Una fratellina di nome Laura

 
 
Da settimane mio figlio parla della sua fratellina Laura oppure del fratellino Jhonny. Ma Renato, mio figlio, è figlio unico. Non credo che lui sappia esattamente cosa significhi il temine fratello o sorella. Probabilmente per lui è sinonimo di amico stretto. Ma per me no ed ho cominciato a riflettere su qualcosa che mi sembrava di aver già deciso.
Ho quarantuno anni appena compiuti. Una diagnosi di cancro a trentanove e qualche dubbio ancora sulla mia decisione di lasciare Renato figlio unico.
Mi chiedo innanzitutto quanto la mia malattia pesi nella mia decisione di non avere altri figli. E sì. Forse, se non mi fossi ammalata mi sentirei più libera di avere un altro bimbo. Perchè il pensiero che faccio è questo: perché lasciarne due da soli? Eppure una mia cara amica, ha mosso qualcosa dentro di me, quando condividendo con lei la riflessione, mi ha risposto: "proprio perché ti sei ammalata, è opportuno che pensi a lasciare tuo figlio in compagnia di un fratello".
Comunque sia, quarantuno anni sono tanti, troppi, per affrontare un'altra gravidanza. Non mi piacciono queste mamme tardone (di cui faccio parte) che rischiano di essere a carico dei figli ventenni...
Io sto pensando anche ad altre strade per dare un fratello a Renato. Penso all'adozione oppure ad un affidamento. Soprattutto quest'ultimo mi interessa. Perché nella mia esperienza di vita so che anche pochi momenti buoni possono essere una risorsa importante per ritrovare se stessi quando ci si perde. E nella vita capita di perdersi, soprattutto quando non si è amati...
Sempre la mia amica saggia, quando le ho parlato della mia idea di mettermi a disposizione per ospitare un bimbo in affidamento, mi ha ricordato che è una strada difficile e che Renato potrebbe pagare a caro prezzo la mancanza di serenità che spesso si accompagna a questi bambini allontanati dalla famiglia di origine....
In tutte queste riflessioni, si aggiunge la menopausa che comincia a farsi sentire (ricordo che io non prendo pastiglie/farmaci per la menopausa) e qualche difficoltà nel mio matrimonio...
Tutto sembra dire che questo fratello per Renato non ha da venire.... spero tanto di non pentirmene troppo in futuro.

2 commenti:

  1. L'idea di un affidamento è molto bella e impegnativa. Ma sicuramente in primo luogo è un regalo per tuo figlio e per voi. In ogni caso, secondo me è bene valutare bene solo per quanto riguarda l'equilibrio della vostra famiglia, a prescindere dalla malattia...
    Wide

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  2. Meno male che c'è qualcuno a questo mondo che apprezza (capendo anche le difficoltà) la mia idea di prendere un bimbo in affido. Grazie Wide: il sostegno in questo momento è importante, per me. Ieri ho chiamato il Comune e ho dato la mia disponibilità. Ci chiameranno per fare un corso di preparazione all'affido. Dopodiché ci sarà un incontro con psicologa e assistente sociale. Nel frattempo vorrei cominciare un percorso di dialogo con mio marito perché questa scelta riguarda tutti noi, ovviamente.
    Hai ragione sul fatto che devo prescindere dalla malattia. Il pensiero che non lo facciano gli altri mi fa infuriare. E quindi, non posso essere io la prima a farlo. Spero ne prescinderanno anche quelli dell'ufficio affidi del Comune. Ti abbraccio, Wide. Ciao.

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