martedì 26 dicembre 2017





"Mentre il dolore sul foglio è seduto qui accanto a me, che le parole nell'aria sono parole a metà ma queste sono già scritte e il tempo non passerà".

Ho amato Marta con tutto il mio cuore. Una grande passione per una donna speciale che avete avuto l'onore di conoscere anche voi, insieme a me, tramite le sue parole scritte qui, con la sua forza e la sua fragilità che ha messo a vostra disposizione perché anche voi possiate farle proprie e beneficiare della potenza liberatoria di due cuori che si ritrovano insieme nell'emozione, nel dolore, nella speranza, nella verità.

Elisa

venerdì 2 giugno 2017

Serenella


Una di noi se n'è andata. Una di noi chi? Siamo in tante qui ad aver passato l'inferno con questo maledetto cancro che ti prende alle spalle senza preavviso, fottendosene ampiamente della nostra giovane età, dei nostri progetti per il futuro, dei nostri figli...
Avete ragione, siamo una grande famiglia ma io mi riferisco a una di noi della Stanza Rosa.
Eccoci qui http://esercitodelleamazzoni.blogspot.it/2013/03/la-stanza-rosa.html
 La condivisione della malattia, delle lunghe attese pre-terapia ti fanno diventare sorelle d'anima anche se poi, la vita prosegue...o non prosegue, appunto.

Serenella, era il nome di una di noi. Bellissimo nome, donna con spirito guerriero e indomito, due bimbe da crescere.

Sono passati più di cinque anni dal giorno in cui ho conosciuto Serenella. Incredibile ma ricordo tanti dettagli di quel giorno. Stanza Rosa: chi fa chemio dure da capottamento, chi tiene botta, chi come me era già fuori dalle flebo dure e si stava curando con i monoclonali. L'atmosfera era un po' mesta ma tranquilla. Poi arriva lei, Serenella. PC sotto braccio, parrucca super figa e una parlantina pazzesca. Si accomoda nella poltrona davanti a me e comincia a parlare. Parla un sacco la ragazza. Sveglia, molto sveglia Serenella, mi racconta di avere due figlie piccole, un cancro al seno con metastasi al fegato e una madre morta sempre di cancro al seno. E' molto preoccupata per le sue bimbe. Questa maledetta bestia sembra proprio trasmettersi geneticamente. Ma loro sono piccole, un esame alla loro età non è possibile e avrebbe senso? Serenella è una tipa tosta, lucida e consapevole della sua malattia. Dice ciò che pensa senza mezzi termini. Serenella.

Poi io termino le terapie e lei invece prosegue. La ritrovo al gruppo di psicodramma condotto da Marta Giacon. Del gruppo ne ho parlato qui http://esercitodelleamazzoni.blogspot.it/2012/11/la-scoperta-dello-psicodramma.html
 Eravamo tutte pazienti oncologiche in quel gruppo. Tutte arrivavamo dallo IOV, alcune di noi avevano anche condiviso la stanza Rosa.
In quei mercoledì ebbi modo di conoscere meglio Serenella. In quelle sedute vengono fuori le nostre emozioni, le nostre paure, rabbie, pezzi di storia di vita non sempre perfetta, come per tutti. L'ho vista dentro, insomma...
Eppure di quei mercoledì ricordo perfettamente solo le nostre passeggiate successive, in cui parlavamo dei nostri figli. Ricordo il sole, Piazza Duomo e lei. Ricordo poi con affetto una foto che mi ha spedito del truccabimbi fatto a sua figlia. Era bravissima a disegnare, Serenella.

Poi ieri la telefonata di Chicca, una cara amica comune. Serenella si è spenta allo IOV dopo alcune settimane di ricovero e sofferenza. Il suo fegato ha ceduto. Tante terapie, troppe? Ma come fai a smettere di curarti se hai due figlie da crescere???

Serenella, Serenella, mi ha chiamato Maura, oggi. Ha saputo. Ho avvisato anche  Marta che te ne sei andata. Avviserò Daniela e chi potrò. Chi di noi segue ancora questo blog che leggevi anche tu, lo saprà leggendo questo semplice post a te dedicato. Hai chiesto a Chicca di avvisare le tue amiche. Vedi, lo stiamo facendo...

martedì 23 maggio 2017

ri-eccomi, viva, ma ammaccata. ma viva

Finalmente è arrivata una giornata che definisco veramente di primavera. Caldo, il giro d'italia che fa da colonna sonora al mio lavoro, che in alcuni momenti fa fare delle capriole nel mio passato. Oggi passavano per lo Stelvio. Ho sempre trovato quel posto sublime, con quella definizione di sublime che davano quegli scrittori romantici inglesi di metà ottocento. Brullo, bellissimo, ma con una maestosità che incute timore. 
Ecco per me questi 12 mesi di assenza dal web, ma soprattutto dalla scrittura, sono stati come quei 38 tornanti di ascesa al passo dello Stelvio, e sinceramente per certi aspetti non vedo ancora dove sia la tanto, amata, desiderata, discesa. 
In queste 52 settimane, ho ripreso le terapie, ora il mio Jonny si è ingrandito, e mi causa qualche difficoltà epatica che porta con sé alcune giornate di grande fiacchezza, ha richiesto di essere trattato a lungo, accompagnato da un'amica, la mia cistifellea, che ha deciso di regalarmi altre cicatrici e un pò di degenza ospedaliera... e poi mamma. Mamma mi ha sciata sola 4 mesi fa. Si è permessa di addormentarsi, nel sonno di pace, e di lasciarmi qui, senza le nostre discussioni, e senza la mamma. 
52 settimane dove la mia "pazzia" mi ha regalato anche dei momenti meravigliosi, abbracci che non dimenticherò mai fuori da quella chiesa, aver trovato un angelo che si prende cura di me, gli occhi lucidi di mio padre (meraviglioso perché ha svelato una parte di sé), un viaggio ad Amsterdam, senza l'approvazione di nessuno a parte della mia carta di credito, tanti viaggi nella mia macchina, un concorso vinto, e la scoperta di nuove cose di me. I 10 kg che ho perso in queste 52 settimane mi concedono la gioia dello shopping, quello "modalità pretty woman", ma senza quel figo di Richard Gere, ma non ho ancora trovato delle commesse antipatiche come quelle che ha incontrato lei!
52 settimane senza progetti ne scadenze, dove le mie giornate hanno assunto ritmi diversificati a seconda di quello che il mio intestino permetteva di sopportare. Ho sacrificato tanto di me stessa in questi mesi, ho sacrificato amicizie, relazioni, presenza, come con voi che ci leggete, e per questo mi scuso, ma non sarei stata io. Ho imparato ad amare il silenzio della mia solitudine, e questo francamente non so se sia un gran bene! Mi sono smarrita spesso e ritrovarmi non è sempre stato facile. Pensavo che uno dei momenti più duri della mia vita fosse stato il momento della diagnosi, si, ma anche quest'anno con tutto quello che mi ha portato ha abbassato il mio capo spesso. 
E ora, ora si riparte, ora c'è Assisi che mi attende, lei, il profumo del grano, l'aria mistica, che sapranno cullare un pò la mia anima che ha bisogno di carezze dolci. Poi... l'estate e chissà se questa estate sarà più serena della scorsa, chissà se riuscirò a godermela nella mia "pazzia" di sempre. 
Vi abbraccio, con  nessuna promessa di scrivere a breve, perché questo blocco fatico a superarlo. 
Marta