venerdì 26 febbraio 2016

e la prima è andata

E la prima è andata.
Il corpo che ritorna ad abbracciare la terapia è sempre un momento difficile, ritornare a stare male quando stavi bene, ti riconduce a rivedere, a riprendere in carico i tuoi limiti, che ancora una volta, cambiano, mutano. Ci sono mometi in cui tutto questo cerco di allontanarlo da me, perchè a volte è davvero troppo, a volte tutto diviene difficile anche per me. Ieri mentre sonnecchiavo pensavo a quel prato verde con i papaveri rossi, quel prato collocato in un tempo indeterminato della mia infanzia, un prato colmo di vento che porta via i pensieri di qualunque natura, ma incorniciato da tanto affetto. Solo recentemente questo ricordo è tornato alla mia mente, solo recentemente riesco a ricordare in modo più dettagliato quel attimo, perchè è il ricordo di un attimo: un prato, nonna, Luis, mamma ed io. I protagonisti significativi siamo nonna ed io. Quel abbraccio, il profumo del campo e la sicurezza delle braccia della nonna. Chissà perchè questo ricordo abita la mia mente ora. Chissà perchè quel ricordo è ritornato vivo alla mia memoria... Ci sono cose che mi spiego a fatica. Questa è una di queste. A volte penso che a mia mente rievochi questi ricordi per cancellare i ricordi delle esperienze dolorose, il ricordo di quanto può far male la terapia, il sentirmi in cella nella mia casa, la mia incapacità di prendere e andare lontanoooo come canta Baglioni.
Ieri sfogliavo alcune foto del passato, e con sorpresa mi sono ritrovata a guardarmi con occhi diversi, ho visto fotografata la nuova Marta. Distante dalla Marta di un tempo. Mi vedo più bella, più consapevole e sembrerà strano ma anche più felice, anche se un reale motivo per questa felicità non c'è. Forse davvero si diventa felici quando si smette di cercare, quendo si smette di guardare fuori da sè. Ho sempre letto i blog delle persone malate come me, in questi giorni leggo sopratutto la parola cicatrice: mi chiedo come sia possibile che queste cicatrici fisiche e dell'animo possano ricostruire senza pretesa qualcosa di così bello? Oggi ho solo voglia di guardarmi allo specchio e innamorarmi di nuovo di me, perchè oggi sono sempre una sopravvissuta, oggi sopravvivo a questa precarietà di conoscenza, oggi sopravvivo a questa precarietà di serenità. O meglio: oggi sopravvivo perchè io mi rifugio ancora una volta in quel prato, respiro a pieni polmoni quel aria e guardo lontano, e la vedo la strada che ho percorso....

2 commenti:

  1. Vivo con la voglia di vivere!!!! Sembra un paradosso anzi lo è, ma ho solo voglia di respirare , di sentire l'aria che mi avvolge, di sentire la pioggia che mi bagna....vivere ho voglia di vivere la mia vita anche se qualcosa ha tentato di strapparmela o comunque di renderla buia....ma adesso vivo mi vedo sempre sorridente. ..mi vedo sempre bella ...una bella crapa pelata.....vivere ragazze perché non siamo certo noi a togliercela questa gioia!!!!!

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  2. cara Antonella,
    sia mai! la malattia ci rende felici del "qui e ora", da senso sia al sole che alla nube, da senso alla nostra testa pelata, e alle cicatrici che il nostro corpo, più o meno, mostra. Ti auguro una splendida domenica, e che il vento soffi sempre dalla tua!
    Marta

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